Storie di un giovane gigolo: una calda tazza di tea
Leggi le storie di un giovane gigolo che mette a nudo pensieri e ricordi
Fisso la mia tazza di tea. Avere la mente costantemente assorta in un fiume scomposto di pensieri non mi aiuta a gustare la colazione. Fisso il vuoto inseguendo rapide immagine nella mia mente ma senza mai riuscire a prenderle, e come un automa inzuppo un dolcissimo biscotto al miele… o almeno quello che ne rimaneva.
Senza zucchero, con una scorza di zenzero e una di limone, il colore dorato del tea contrasta piacevolmente con la tazza bianca, sulla quale ci sono disegnati dei piccoli gatti neri stilizzati. Lei sta ancora dormendo, la sua casa è molto intima. Un primo piano non particolarmente luminoso, ma una raffinata carta da parati e delle piantane dalla luce calda e soffusa contribuiscono a scaldare piacevolmente l’ambiente.
Osservo alcune foto poggiate su uno scaffale, molto probabilmente quelli sono i suoi figli, e quella semi nascosta nell’angolo di una impolverata libreria dovrebbe essere il suo matrimonio. La mia mano dolcemente immerge un nuovo biscotto nel caldo tea alla cannella. Mi ricorda il calore del mio corpo questa notte, mentre la avvolgevo di baci e carezze, e si contorceva dal piacere, probabilmente nemmeno si ricordava il mio nome, ma non aveva importanza per lei, egoisticamente stava solo godendo del mio corpo, e io le davo ciò che voleva, un sereno e piacevole scambio d’affari.
Accarezzava i miei capelli, la sua mano stringeva la mia coscia, il mio sedere, avida e affamata, forse alla ricerca di passione, o forse solo alla ricerca di lontani ricordi. Il suo volto è bello, dolcemente accarezzato dal tempo che passa, è una donna fortunata. I suoi occhi erano chiusi, non guardava me, affogava nelle sue memorie mentre divorava il suo bisogno di sesso. I miei occhi invece la osservavano curiosi, oramai il mio corpo reagisce automaticamente, percepisco le voglie femminili, rallento, accellero, mi muovo di conseguenza. Ormai come in una danza accompagno la mia dama al culmine del suo piacere, ma la mia mente è vigile. Registro come un computer odori, sapori, suoni, e imprimo nella mia mente il ricordo di questa donna, una delle tante.
Il biscotto si rompe nella tazza affondando dolcemente, torno con la mente al presente, osservo i miei pantaloni per terra, accompagnati dai miei calzini e poi le mutande in una maliziosa scia che punta verso la camera da letto. La casa è tenuta bene, è una persona ordinata, eppure la trovo spoglia, un po’ sterile… sembra triste. Incuriosito osservo i colori, i suoi vestiti ricercati, di chi vuole ostentare ma dentro è fragile. Questa casa sembra un palcoscenico che tiene in piedi la fragile psiche di una donna che ha perso qualcosa di importante, e che si crogiola in futili giochi, capricci e vanità.
Vorrei comprenderla di più, ma va questo va oltre le mie mansioni, ho delle regole, non vanno mai infrante.
Prendo con me la tazza di tea e cammino lentamente, senza far rumore, verso la finestra. La apro dolcemente e mi affaccio su via Cavour, la fresca aria di una mattina di Dicembre scuote il mio corpo nudo, stringo a me la calda tazza di tea, mi piace il contrasto che mi da… mi piace il contrasto della mia vita. Osservo il mio cellulare, ci sono alcuni nuovi messaggi, Livia mi scrive dalla Sicilia, mi racconta del suo divorzio, vuole sentirmi questa sera per qualche parola di conforto. Giulia invece mi manda una foto porno mentre si fa la doccia. Un paio di SMS da persone che non conosco, ma ora non ho voglia di rispondere, ho una strana sensazione addosso, un qualcosa che affiora dal mio passato e che mi mette una certa inquietudine.
Questa casa mi ricorda qualcosa, ma non riesco ad afferrarla, qualcosa che avevo sepolto, ma non rimosso. Più cerco di ricordare più fugge lontana nascondendosi nei meandri delle mie memorie. Eppure tutto ciò non mi è nuovo. Osservo uno specchio su un comodino alla mia destra, un grande specchio, dove tanto tempo fa le donne erano solite spazzolarsi i capelli. Mi osservo nello specchio, vedo me? O vedo oltre? C’è qualcosa in quel riflesso che appartiene ad un pallido ricordo di inverno.
Sento dei rumori dalla camera da letto,
«Kris… » mormora mentre la sua mente abbandona i sogni e torna alla realtà.
Un ultimo sguardo nello specchio, poi accosto dolcemente la finestra, ed entro insieme alla mia calda tazza di tea nella stanza da letto, dove dolcemente la mia signora si sta svegliando, avvolta da lenzuola color porpora. Mi sdraio accanto a lei, accarezzo i suoi capelli e osservo i suoi occhi schiudersi, osservarmi, forse con un pizzico di vergogna, forse con l’amara sensazione che il sogno stia svanendo, e che il suo dolce principe uscirà da quella porta e la scaglierà nuovamente nella sua grigia esistenza. Non voglio che sia triste, voglio che abbia un dolce ricordo di me, perciò le regalo un ultimo giro di giostra.
La mia mano scende dolcemente sul suo seno, e scorre fino al suo caldo e umido fiore. Quasi non ci crede, pensava che fosse tutto finito una volta svegliati… Ma io adoro stupirle, adoro regalarle qualcosa in più, mi aiuta a sentirmi speciale, a non sentirmi solo un oggetto acquistato per una notte di follie. Poggio la tazza di tea sul comodino, e affondo la mia lingua fra le sue gambe.
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