Gigolò a Roma: la mia prima volta a pagamento.
La prima volta in cui ho indossato la mia “maschera” da gigolò a Roma!
Il mio primo appuntamento da Gigolò a Roma si tiene alle 19:00 per un aperitivo in Piazza del Popolo (Roma). So solo che si chiama “Janine”, sicuramente non è il suo vero nome, dalla foto non le do più di 45 anni, il volto è affascinante. Sembra conoscere il fatto suo, mi ha subito anticipato compenso, orario e servizi richiesti. Ho il sospetto di non essere il primo gigolò della sua vita.
Ho una leggera sensazione di paura, mi tremano le mani, scelgo di essere leggermente in anticipo, ma osservare lontano il punto di incontro, voglio prima vedere con chi ho a che fare e riservarmi qualche minuto per un’ultima decisione.
La vedo arrivare, con il suo cappotto bianco e stivali neri, elegante e ricercata, si siede al tavolo e ordina al cameriere due bicchieri di vino bianco. Tutto esattamente come abbiamo concordato. Non lascio trasparire alcun timore, cerco di essere il più professionale possibile.
«Buonasera Kris».
«Ben trovata Janine».
Essere chiamato Kris mi fa quasi impressione, è un nome alieno ed eccitante allo stesso tempo. Un brindisi e sorseggiamo del buon vino dai nostri bicchieri. Mi osserva con attenzione, mi sembra soddisfatta, è lei rompere il silenzio per prima.
«Hai avuto molti appuntamenti oggi?», mi domanda con voce sicura e guardandomi fissa negli occhi, devo confessare che la domanda mi coglie totalmente impreparato, ho sempre pensato che le clienti volessero sentirsi uniche.
«Vuoi veramente saperlo?», domanda leggermente stupito
Mi sorride: «Certo, non penserai che sia gelosa di altre donne spero».
«Assolutamente no, mi sono svegliato stanotte fra le braccia di una donna di Milano che era in viaggio di lavoro a Roma, e pranzato con una mia cliente storica dalle parti di Parioli». Ovviamente invento tutto!
Fruga nella borsa, estrae una busta bianca e me la porge: «Questo è il tuo compenso, copre tutta la sera».
Osservo quella busta come fosse un patto con il diavolo, ma allo stesso tempo è la conferma che ce l’ho fatta, una donna mi ha “comprato” per la prima volta, sono un gigolò a tutti gli effetti. Infilo la busta nella giacca, controllerò più tardi se il totale è giusto, ma non dovrebbero esserci problemi, non sta bene contare i soldi davanti a lei. Parla un italiano perfetto, l’accetto francese è molto mascherato. È affascinante, occhi azzurri e capelli scuri, trucco leggero e rossetto rosso scuro, avvolta in questo manto bianco e sciarpa dorata.
Durante l’aperitivo parliamo del suo lavoro, mi racconta di essere un architetto, viaggia molto per lavoro ed è molto apprezzata in Italia. Mi fa vedere alcuni suoi progetti con il telefono, e devo ammettere che sono spettacolari, ha una cura per i dettagli e i contrasti di forme e colori di altissimo livello. Ha vissuto in Canada, in Russia, in Grecia e ora vive a Parigi dove ha il suo studio di progettazione.
Le racconto di alcuni viaggi che ho fatto, in America, in Brasile e in Europa, mi ascolta sorridendo, le piace parlare di viaggi, forse sto intuendo qualcosa del suo carattere, le piacciono le avventure… è un’esploratrice del mondo, a caccia di nuovi sapori. Per una buona oretta conversiamo amabilmente circa i nostri interessi, quel velo di reciproco studio lascia il posto ad una serata più rilassata e piacevole. Mi piace vederla ridere, mi piace come si comporta, molto elegante, molto curata in ogni particolare del suo atteggiamento. Janine improvvisamente mi domanda: «Kris, perché lo fai? Perché ti vendi per regalare illusioni?».
«Perché questo è ciò che la gente vuole, sognare».
«Come vive le donne Kris il gigolò?» mi domanda.
«Kris è spensierato, altruista, il lavoro non è una questione meramente economica. come gigolò vuole stupire, vuole lasciare un ricordo indelebile, vuole farle sognare ma sentirsi anche parte di quel sogno».
«E tu come vivi questi sogni?».
«Un po’ come un burattinaio, mi immedesimo nella storia», rispondo sorseggiando il vino.
«Ti piacciono sempre i sogni che dipingi?», mi chiede agitando il calice di vino.
«Di solito si, quando mi danno modo di farlo».
Sorride, è molto bella quando lo fa è una donna molto sicura di se. Mi mette a mio agio.
Saliamo in un taxi diretti verso il suo hotel a 5 stelle. In cima all’hotel c’è lounge elegantissimo. Saliamo fino al 8° piano della struttura, mi osserva divertita e incuriosita, non riesco a trattenere un sincero sorriso… qualcosa mi piace di questa serata, anche se mi mette in soggezione.
Il lounge è pazzesco, grandi lampade soffuse scaldano l’ambiente con un tocco esotico, mentre coppie di tutti i tipi bevono appoggiati su grandi cuscini e fumano da questi grandi narghilè. Prendiamo posto in un angolo della sala, ordinando due cocktail caldi a base Rum e un narghilè al gusto di rosa.
Janine mi osserva maliziosa: «Ti piace baciare le tue clienti?».
«Solo se c’è la giusta chimica».
Aspira profondamente dal narghilè, poggia la sua bocca sulla mia ed espira dolcemente il fumo, inebriando i miei sensi, chiudo gli occhi e accolgo il bacio di questa donna, mi lascio dolcemente trasportare, la sua lingua accarezza le mie labbra prima di separarsi lentamente. Quando riapro gli occhi vedo che mi fissa nelle pupille, mi sento quasi parte di un esperimento scientifico.
«C’è chimica?», mi domanda accennando un malizioso sorriso.
Prendo il narghilè, aspiro profondamente e ricambio il suo bacio, succhiando dolcemente le sue labbra e stringendo la sua mano. Provo una sensazione diversa, sembra quasi un gioco con lei, sembra quasi una sfida a chi si intrufola di più nell’anima dell’altra.
Janine mi racconta della sua vita privata, è divorziata, ma purtroppo per lei non può avere figli, e per questo è totalmente concentrata sul suo lavoro e sull’affermarsi come leader nel suo settore. Sembra una donna cinica, ma in realtà va a caccia di esperienze un po’ estreme. Ogni tanto mi fermo a pensare se voglio o no rivelarle realmente chi sono, mi sento a mio agio con questa donna così forte di carattere, ma è solo un piccolo pensiero, sono ancora inesperto e dentro di me coesistono due persone, Kris e me stesso.
La mia prima sera da Kris il gigolò a Roma
Saliamo nella sua camera da letto, mi spoglia lentamente dei vestiti e sussurra: «È stato molto piacevole parlare con te, penso di aver intravisto qualcosa dell’uomo che si cela dietro Kris, lo immaginerò mentre facciamo l’amore, immaginerò questo gigolò che fruga dentro di me alla ricerca del suo sogno da dipingere. Ora il corpo vuole la sua parte, e io ti voglio».
Affondo nel suo corpo, lieto di aver trovato una sintonia con la mia prima cliente. Ogni tanto mi fissa negli occhi, vuole vedere se sto fingendo, poi affonda nuovamente nelle sue sensazioni, mi domina, mi sovrasta col suo corpo bollente. Mi lascio andare, il nostro orgasmo è simultaneo, violento e intenso, lei è bellissima da vedere, poi si accascia lentamente per riprendere fiato. Accarezzo i suoi capelli, il nostro tempo è terminato ma non vado via, resto ancora un po’ con lei. Non voglio “svegliarla” da questo momento, e non voglio svegliarmi nemmeno io.
Sapete? Non stavo fingendo per niente… è stato tutto fantastico, una serata magica, una donna incredibile. Non male come prima volta da Gigolò a Roma. Mentre torno verso casa nel taxi osservo la busta con i soldi, ho varcato la soglia, non si torna più indietro. Osservando il mio riflesso nel vetro della macchina sussurro: “ciao Kris, saremo amici per molto… molto tempo”.
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